LIBERARE LA VERITÀ

Novembre 1, 2012 0 Di admin

133374_256671534456288_1442651741_oPer chi mi legge per la prima volta faccio sapere che questa storia è cominciata una brutta sera di più di un anno fa… eravamo nel mese di agosto 2011, una sera come tante, vissute in un piccolo paesino di provincia dove ci si conosce tutti, dove un bravo ragazzo, che a soli 22 anni era già un bravo meccanico, stava tornando a casa dopo aver fatto un giro con il suo scooter che stava riparando, ma a casa non è mai arrivato perché, sulla sua strada, incontra chi gli ha fermato per sempre il cammino, questo ragazzo era mio figlio… MASSIMO.

Da allora sono trascorsi quattordici mesi, tanti sono i mesi di sofferenza e di incapacità nel dare una motivazione a quanto accaduto, quattordici mesi di disagio e di sofferenza interiore poiché ancora non riesco a spiegarmi il comportamento adottato da una pattuglia di CC nello svolgimento delle loro mansioni in un contesto sociale molto tranquillo, dove non era necessario lanciarsi con l’auto di servizio davanti a due ragazzi alla guida di un ciclomotore SBARRANDOGLI all’improvviso la strada e, contemporaneamente, operare un altro fermo, sempre in maniera rocambolesca, tanto da causare tutto quello che conosciamo bene… LA SCOMPARSA DI MASSIMO! Quattordici mesi per far emergere una verità che ancora è tenuta prigioniera, è giusto tutto questo? Mi chiedo cos’altro sarebbe successo se i due ragazzi precedentemente fermati non avessero avuto la prontezza di fermarsi in tempo?

In quel momento, qualunque altro ragazzo avrebbe potuto essere al posto di Massimo… in quella circostanza ci sarebbe stata la medesima conclusione! Un’altra famiglia avrebbe pianto e sofferto quello che ora stiamo soffrendo io e la mia famiglia, un altro papà o un’altra mamma scriverebbero su queste pagine la Loro sofferenza così come sto facendo io da quattordici lunghi mesi. Ci tengo a precisare che il mio non è accanimento ma è l’unico modo che mi rimane per cercare di abbattere quel muro di indifferenza che è stato circoscritto alla nostra vicenda: nonostante vi siano gli elementi necessari per poter decidere quali e di chi sono le colpe tutto permane nell’immobilismo, eppure sono stati ascoltati tutti i testimoni, si conoscono gli esiti delle perizie effettuate sia sul motorino che sulle scarpe del militare, nonostante questo ancora nulla… nessuna risposta, nessuna conclusione. Non riesco a capire il perché di tanta omertà nel non voler volgere al termine di quanto accaduto, io credo (e sono convinto) che questo atteggiamento abbia lo scopo di farmi “stancare” di rincorrere la verità o di un qualcos’altro che NON VOGLIO neppure spiegarmi… siate certi che il loro intento è fallito! Come già molte volte ho affermato, NON DARO’ TREGUA a chi ha il DOVERE di attenersi alle Leggi e soprattutto di rispettare i diritti dei cittadini… non posso.

Come ho sempre affermato (e a maggior ragione ora) rafforzerò la mia voce nell’evidenziare i torti che subisco fino ad ottenere pubblicamente quella verità che già conosco… lo devo alla mia famiglia, lo devo a Massimo.

ANCORA OGGI non mi è permesso accedere alla cartella clinica di Massimo, perché ancora oggi non conosco la causa che ha determinato la scomparsa di mio figlio? Posso solo dire con certezza che, al momento della caduta, Massimo era vivo, io ero lì e, anche se non mi permettevano di avvicinarlo, riuscivo a vedere che aveva bisogno d’aiuto, aveva bisogno di respirare, perché Massimo non fu soccorso adeguatamente? perché questo ostinato silenzio? perché vogliono tenere incatenato Massimo e tutti noi non facendo la cosa più semplice? “LIBERARE LA VERITA’”… così facendo Massimo può VOLARE E RIPOSARE IN PACE, E’ UN SUO DIRITTO!

Come d’abitudine tutte le mattine e le sere vado a trovarlo dove ora riposa per dargli il buongiorno e la buonanotte… la mia, siate certi, non è pazzia: mi bastano pochi minuti per essere un po’ più sereno, per sentirmi un po’ meglio… ma non bastano comunque a colmare quel senso di vuoto che riaffiora quando me ne vado e che mi accompagnerà per tutta la vita. Tornato a casa, spesso trovo sua madre, seduta, con gli occhi gonfi e, guardandola in quegli stessi occhi, capisco il perché ma non riesco a dirle niente, solo silenzio dentro di me, allora, oltre al dolore, c’è la rabbia, rabbia verso chi ha permesso che la corruzione e l’ipocrisia prendesse il sopravvento sulla legalità, rabbia nel pensare che abbiamo avuto uomini di grande valore che hanno rappresentato la parte più bella della nostra terra, uomini che “per la saggezza che li ha distinti” hanno saputo infondere rispetto ed essere amati da tutti perché, a Loro volta, conoscevano la sofferenza, uomini che sapevano parlare ai giovani infondendogli fiducia e speranza nel futuro, mi riferisco all’ormai Ex-Presidente Sandro Pertini e a quello che è stato un grande Papa Karol Wojtyla, è mia ferma convinzione che se fossero ancora tra noi non avrebbero permesso questo degrado giuridico e politico in cui siamo precipitati dove, per ottenere giustizia, si deve lottare in prima persona poiché lo Stato molto spesso è latitante.

Io, però, NON SARO’ LATITANTE, continuerò a lottare nell’inseguimento di quella verità che tutti conosciamo, altro non so fare perché ho sempre creduto nella Giustizia, questo è il motivo che mi spinge a chiedere aiuto a chi possiede una voce più forte della mia affinché, le nostre voci unite in un unico coro, smuovano gli organi competenti nel dare una svolta decisiva al conseguimento di quello che è un diritto costituzionale: “LA VERITA’”; ribadisco, lo devo alla mia famiglia ma, soprattutto, lo devo a MASSIMO.

<3 Massimo con noi <3 , sempre <3
Osvaldo Casalnuovo

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