MORTE DI MASSIMO CASALNUOVO, ASSOLTO IL MARESCIALLO CUNSOLO: “IL FATTO NON SUSSISTE”

Luglio 6, 2013 0 Di admin

“Assolto perché il fatto non sussiste”. E’ arrivata ieri sera alle 22,00, al termine del rito abbreviato, la sentenza del GIP del Tribunale di Sala Consilina Enrichetta Cioffi che assolve il Maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Cunsolo dall’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti del meccanico 22enne di Buonabitacolo Massimo Casalnuovo. Il verdetto è giunto alla fine di una giornata lunghissima, seguita minuto per minuto presso il tribunale salese da un gruppo di una trentina di amici di Massimo, con indosso magliette con la scritta “mi chiamo Massimo e voglio Giustizia”, che hanno presidiato pacificamente l’ingresso del Tribunale, come documentato dalle immagini girate dal collega Elia Rinaldi. Presente anche un cospicuo schieramento di forze dell’ordine e di Polizia, ma nonostante la forte tensione emotiva non si sono registrati incidenti di alcun tipo. All’interno dell’aula numero uno erano presenti, a pochi metri di distanza, il Maresciallo Cunsolo rappresentato dall’Avvocato Renivaldo Lagreca, ed il padre di Massimo Osvaldo Casalnuovo con la moglie e gli altri due figli, rappresentati dal legale Cristiano Sandri. A rappresentare l’accusa il Pubblico Ministero Michele Sessa. All’interno del Palazzo di giustizia era presente anche una delegazione del Comitato Mastrogiovanni.
L’udienza, convocata per le 9,30, comincia con diverse ore di ritardo e si svolge a porte chiuse. Il GIP Enrichetta Cioffi deve decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’accusa di omicidio preterintenzionale a carico del Maresciallo Cunsolo, per i fatti relativi alla morte di Massimo Casalnuovo, avvenuta a Buonabitacolo ad un posto di blocco dei Carabinieri la sera del 20 Agosto 2011. Nelle fasi iniziali, la svolta: l’avvocato difensore di Cunsolo, Renivaldo Lagreca, chiede ed ottiene il rito abbreviato. La parola va quindi al PM Sessa, che in due ore di durissima arringa ricostruisce –dal punto di vista dell’accusa- quanto avvenuto quel drammatico sabato sera di due anni prima a Buonabitacolo. Sessa riporta testimonianze, evidenzia le perizie e in conclusione chiede, in caso di processo dibattimentale, una pena di 9 anni e 4 mesi. A seguire l’intervento dell’avvocato Sandri, che rappresenta la famiglia di Massimo, durato circa un’ora e mezza. Poi la pausa, con il procedimento penale che riprende dopo le 15,00 con l’intervento dell’avvocato difensore di Cunsolo, Renivaldo Lagreca ,che argomenta oltre tre ore difendendo la posizione del suo assistito, e sottolineando le contraddizioni dell’inchiesta e delle perizie. Dopo le controrepliche il GIP Cioffi si ritira in camera di consiglio. Alle 22 la sentenza, dopo 4 ore di camera di consiglio: “Assolto, perché il fatto non sussiste”. Reazioni tutte all’insegna della massima compostezza, nonostante la drammaticità del momento. Momenti di commozione quando il capitano dei Carabinieri Domenico Mastrogiacomo ha avvicinato, fuori dal Palazzo di Giustizia, la famiglia e i membri del Comitato. “Oggi non ha vinto nessuno –ha detto Mastrogiacomo-, siamo stati tutti sconfitti da quanto accaduto: Massimo era un bravo ragazzo e a causa di quel tragico incidente non tornerà”. Il Capitano ha sottolineato la sincerità delle sue parole, associandosi al dolore della famiglia, e si è soffermato a parlare anche con alcuni membri del Comitato. “E’ finito un incubo per il mio assistito – ha sottolineato l’avvocato difensore del Maresciallo Cunsolo, Renivaldo La Greca – ma non c’è nessuna gioia, perché nessuno dimentica che un ragazzo di soli 22 anni non c’è più. Sono stato sempre convinto dell’innocenza del mio assistito – ha concluso- e ritengo la sentenza giusta”. “Attendiamo i 90 giorni del deposito della motivazione della sentenza –commenta invece il PM Michele Sessa- e dopo averla letta, se ci saranno gli estremi, la impugneremo”. Laconico il commento di Osvaldo Casalnuovo: “Io non mi fermo e andrò avanti –assicura- perché il rito abbreviato non ha permesso di ascoltare i testimoni. Per un fatto così grave ci deve essere un processo ed i testimoni devono essere sentiti”.

FONTE: UnoTv

Condividi