CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO PER MARESCIALLO CUNSOLO A BUONABITACOLO, IL PADRE DEL 22ENNE: «SAREMO PAZIENTI NELL’ASPETTARE VERITÀ E GIUSTIZIA PER MASSIMO»

Novembre 14, 2012 0 Di admin

Il pm Michele Sessa della procura della Repubblica di Sala Consilina ha chiesto il rinvio a giudizio per il maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo, per la morte di Massimo Casalnuovo, il 22 enne di Buonabitacolo deceduto la sera del 20 agosto 2009 nei pressi di un posto di blocco.

Il reato contestato a Cunsolo è l’omicidio preterintenzionale. Secondo il pm di Sala Consilina il maresciallo avrebbe deliberatamente voluto operare una lesione nei confronti di Casalnuovo e questo comportamento avrebbe provocato la morte del ragazzo. Ma sarà l’udienza preliminare davanti al gup Tarallo, il prossimo 5 luglio 2013, a stabilire se il processo verrà celebrato.

Cosa accadde? Massimo è morto il 20 agosto 2009 dopo essere caduto con il suo scooter in via Gancia a Buonabitacolo, comune del Vallo di Diano. Aveva cercato di evitare un posto di blocco dei carabinieri della stazione locale. Non è stato ancora chiarito se lo scooter sia stato colpito con un calcio dal maresciallo oppure se lo scooter sia passato con la ruota sopra i piedi del militare con la successiva caduta del giovane.

Intanto per Osvaldo Casalnuovo, padre del giovane di Buonabitacolo, questo passo è un primo risultato. «Il fatto che si sia riusciti a far cambiare il capo di accusa – ha dichiarato Casalnuovo ai microfoni del giornale del cilento – è già un ottimo risultato anche se questo ancora non mi soddisfa in pieno ma lotterò per fare in modo che il capo di imputazione sia più pesante. Il mio rammarico di tutto questo è che per raggiungere  dei risultati ci sia voluto così tanto tempo, quando a mio avviso questi provvedimenti si potevano prendere già da subito. Ad ogni modo saremo molto pazienti e tenaci nell’aspettare quella verità e quella giustizia che Massimo, un ragazzo di soli 22 anni, ne ha legittimo diritto. Questo come genitore glielo devo».

Marianna Vallone

FONTE: Giornale del Cilento

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