IL 22 APRILE TUTTI A FIANCO DELLA FAMIGLIA CASALNUOVO

Aprile 18, 2015 0 Di admin

casalnuovoIl 22 aprile alle ore 9.30 presso il tribunale di Potenza si terrà una nuova udienza del processo d’Appello per la morte di Massimo Casalnuovo.
In questa udienza si dovrebbe decidere se procedere o meno con rito abbreviato come richiesto dalla difesa del maresciallo Cunsolo Giovanni. In primo grado il maresciallo fu assolto con formula dubitativa dall’accusa di omicidio preterintenzionale.

I FATTI

Massimo muore il 20 agosto del 2011 intorno alle 21. Arriva all’ospedale di Polla agonizzante dopo la caduta dal motorino. Il ragazzo viaggiava su uno scooter, era senza casco ma attenzione: non è morto per aver sbattuto la testa (come si tende a far credere) ma per la violenta botta al torace. Massimo era appena uscito dall’officina in cui lavorava con il padre, non prendeva il motorino da un po’ di tempo. Lo aveva appena aggiustato. Era stato a fare un giro e stava tornando a casa. Non aveva indossato il casco. Lo fanno un po’ tutti a Buonabitacolo. Quella sera la pattuglia dei carabinieri con a bordo il maresciallo Giovanni Cunsolo e l’appuntato Luca Chirichella decide di controllare i ragazzi senza casco, ne fermano due: Elia Marchesano e Emilio Risi. I carabinieri mettono la macchina di traverso sulla strada e formano una specie di posto di blocco. Peccato che lo facciano dietro una curva. La “scena” si svolge sulla strada principale della città, via Grancia, che porta a una piccola piazza dove di sera si ritrova la gente del paese. Cunsolo è seduto dentro la gazzella e sta redigendo la contravvenzione.
Massimo sta arrivando con il suo scooter Beta 50. Sin dal primo momento la versione dei due ragazzi fermati e quella del carabiniere sono opposte. Cunsolo dirà che Massimo, arrivato davanti al “posto di blocco”, accelera, quasi lo investe. Poi perde il controllo del ciclomotore e cade battendo la testa su un muretto a secco. I due ragazzi, interrogati la notte dell’”incidente” dal pm Sessa della Procura di Sala Consilina, hanno invece fornito un’altra versione: Cunsolo era dentro alla macchina, quando vede arrivare Massimo esce dall’auto e per fermarlo sferra un calcio sulla carena del motorino. E’ quel calcio che fa perdere l’equilibrio a Massimo che cade, e muore. Il 5 luglio 2013 la giudice Enrichetta Cioffi del tribunale di Sala Consilina assolve il maresciallo dei carabinieri Cunsolo Giovanni dall’accusa di omicidio preterintenzionale perchè “il fatto non sussiste” anche se con formula dubitativa. A questa sentenza si è arrivati senza un vero processo in quanto l’imputato ha scelto il rito abbreviato. Con questa procedura è infatti quasi impossibile ascoltare i testimoni e la decisione dei giudici dipende unicamente dall’analisi dei documenti presentati dalle parti. La modalità di verbalizzazione degli interrogatori non è stata adeguata perchè anziché trascrivere letteralmente le deposizioni si è proceduto a riassumere i contenuti dell’esame, lasciando ampio margine interpretativo sia al verbalizzante sia a chi poi è chiamato a giudicare e anche i periti,che hanno stilato perizie divergenti tra loro non hanno potuto spiegare nel dettaglio i 7236_359982404125200_1849957647_nrisultati a cui sono giunti. La questione delle perizie, comunque, sembra essere fondamentale: in quella depositata dalle parti civili, si analizza una rientranza su un lato del motorino.

Quell’impronta, sarebbe stata prodotta da un violento calcio a seguito del quale Casalnuovo finisce a terra.

Il comitato verità e giustizia per Massimo metterà a disposizione un autobus gratuito con partenza da Buonabitacolo per chi volesse presenziare all’udienza e stare vicino alla famiglia Casalnuovo. Noi ci saremo!

PROIEZIONI DEL DOCUMENTARIO “MI CHIAMO MASSIMO E CHIEDO GIUSTIZIA”

20 aprile  Potenza presso sede del CESTRIM , via Sinni (traversa di via Acerenza, rione San Rocco)

22 aprile  Foggia presso Csoa Scurìa via Da Zara 11 ore 20.30

Il documentario è disponibile anche online

MASSIMO VIVE!

FONTE: ACAD

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